draghi

 

Tempi duri per i draghi

 

 

Tempi duri per i draghi!

Una campagna denigratoria e una caccia spietata hanno portato a credere che i draghi fossero estinti.

Invece non è così.

Sono stati sconfitti, sterminati, emarginati, segregati, ma non sono estinti. Due crociati genovesi, spietati cacciatori di draghi, Siro e Giorgio, che qualcuno ha voluto chiamare santi, si sono impegnati a bonificare la città da queste presenze fumose e ruttanti che imbarazzavano le dame, padrone di educati barboncini domestici.

Draghi, grifi e basilischi in ritirata hanno trovato rifugio e ospitalità nella città che più di ogni altra, più di Pisa e di Venezia, ha avuto Genova in antipatia. Savona è diventata, come per Mazzini e per lo scrivente, il reclusorio di questi caliginosi spiriti liberi in fuga.

Hanno imparato l’arte del mimetismo, caratteristica tipica delle iguane, e così, alcuni di loro si sono garantiti la sopravvivenza in siti  poco bazzicati da cristiani. Se lo vogliono possono passare inosservati, sono praticamente invisibili, ma è un sottile, quasi impercettibile, odore di bruciato che potrebbe tradirli al naso dell’abile cacciatore che fiuterebbe la loro presenza anche tra la cenere di un incendio.

Nella valle del torrente Lavagnola hanno trovato l’ambiente adatto per essere accolti e per prolificare. L’acqua del rio attenuava i bollenti spiriti delle bestie e nascondeva tra i sassi i semi del drago, in attesa che qualcuno fosse così abile da richiamarli in vita.

Uomini di poca fede, briganti irrispettosi, anime gaudenti e anche un po’ blasfeme hanno sperimentato l’artificio per far rivivere i rettili sonnolenti, e in particolari congiunzioni astrali operano affinché il drago torni ad eruttare il fuoco liberatorio e libertario.

E non crediate che si tratti di magia, questa è Arte.

 

 

Adriano Basso

 

 

“Forno-Drago” fortezza del Priamar Savona 1992

“Forno-Drago” Riborgo Savona 2005

“Drago rosso” semirefrattario